Dazi USA esplodono: dal 1° ottobre, +100% su farmaci, +50% su mobili, +25% su camion. Svizzera e UK in crisi!

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Agevolazioni per le imprese che hanno iniziato la costruzione di stabilimenti produttivi negli Stati Uniti. L’impatto sarà quindi trascurabile? Le opinioni degli esperti


Un nuovo ciclo di dazi statunitensi colpisce farmaci, camion e mobili. Dal 1° ottobre, l’amministrazione di Donald Trump imporrà dazi del 100% su tutti i farmaci di marca o brevettati importati, con esclusioni per le imprese che hanno iniziato o stanno costruendo stabilimenti produttivi negli USA. Trump ha chiarito che la “costruzione” includerà anche i cantieri alle prime fasi.

Esente chi avvia costruzioni negli USA

Contemporaneamente, saranno applicati dazi del 50% sui mobili da cucina e da bagno e del 30% su divani e altri mobili imbottiti. Questo settore, secondo il presidente degli Stati Uniti, è oggi “saturato da importazioni estere”. Questa azione è motivata dalla necessità di proteggere l’industria manifatturiera americana e per questioni di “sicurezza nazionale”.

Per gli stessi motivi, dal 1° ottobre verranno introdotti dazi del 25% sulle importazioni di camion pesanti negli Stati Uniti. Non è stato specificato se questi dazi si aggiungeranno a quelli già esistenti o se le economie con accordi commerciali, come l’Unione Europea e il Giappone, saranno esentate.

Trump ha in programma ulteriori dazi su importazioni strategiche, inclusi semiconduttori e minerali critici, nelle prossime settimane. L’amministrazione ha anche iniziato indagini su importazioni di robotica, macchinari industriali e dispositivi medici che potrebbero portare a nuove tariffe.

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“Trump continuerà con i dazi”, ha affermato Deborah Elms, capo delle politiche commerciali della Hinrich Foundation su Bloomberg Television. “Si tratta di un ampliamento senza precedenti della copertura tariffaria che influenzerà tutti, inclusi quei Paesi che credevano di avere accordi immuni da queste nuove misure settoriali”, inclusa l’Europa.

Impatto trascurabile?

In realtà, i grandi produttori di farmaci, come Merck & Co., AstraZeneca e Johnson & Johnson, hanno già annunciato miliardi di dollari di investimenti in stabilimenti negli USA nei mesi successivi all’elezione di Trump, a seguito delle sue minacce di imporre dazi sui farmaci importati.

Quindi “l’impatto di questi nuovi dazi potrebbe rivelarsi trascurabile”, ha osservato Jared Holz, analista di Mizuho Securities. “Tutti i principali attori hanno già una presenza produttiva negli Stati Uniti e molti hanno annunciato ulteriori investimenti direttamente collegati alla produzione locale”.

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Se i nuovi dazi non si sommeranno a quelli già previsti dagli accordi commerciali esistenti, l’impatto sarà limitato, dato che diverse grandi economie manifatturiere hanno già raggiunto intese con la Casa Bianca. Ad esempio, a fine luglio, USA e Unione Europea hanno firmato un accordo commerciale che include dazi del 15% anche sui prodotti farmaceutici.

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Secondo gli esperti di Bloomberg Economics, i dazi sui farmaci di marca possono aumentare l’aliquota media delle tariffe fino a 3,3 punti percentuali, anche se l’impatto può essere mitigato dalle esenzioni per le aziende che costruiscono stabilimenti negli USA.

Svizzera e Regno Unito, i più colpiti

I paesi più impattati da questa nuova politica, non sorprendentemente visto che Trump aveva già annunciato mesi fa la sua intenzione di imporre dazi sui farmaci fino al 200%, sono Singapore e la Svizzera.

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Anche il Regno Unito, con un significativo export farmaceutico verso gli USA, ha un accordo commerciale con Washington che prevedeva l’applicazione di tariffe speciali in caso di nuovi dazi, ma non è stata definita alcuna aliquota specifica. Una strategia simile dovrebbe valere anche per il Giappone.

Molti dei farmaci più venduti in America sono ancora prodotti all’estero. Ad esempio, l’ingrediente principale dei farmaci contro il diabete e l’obesità di Novo Nordisk A/S, Ozempic e Wegovy, è prodotto in Danimarca, mentre le terapie per malattie autoimmuni Stelara di Johnson & Johnson e l’anticancro Darzalex sono prodotti, rispettivamente, in Svizzera e in Danimarca. Anche l’immunoterapia oncologica Opdivo di Bristol-Myers Squibb dipende fortemente dalla produzione in Irlanda e Svizzera. Cosentyx ed Entresto di Novartis sono prodotti in stabilimenti svizzeri.

A meno che queste aziende non dimostrino di avere iniziato la costruzione di stabilimenti negli USA, i loro prodotti di punta rischiano di subire dazi che raddoppierebbero immediatamente i costi di importazione. Novo Nordisk, ad esempio, sta costruendo un nuovo stabilimento in Carolina del Nord, mentre Eli Lilly ha annunciato quest’anno quattro nuovi impianti negli Stati Uniti.

Anche alcune aziende farmaceutiche giapponesi, secondo gli analisti di Bloomberg Economics, producono farmaci per malattie rare e gravi che potrebbero essere soggetti ai nuovi dazi. Hemlibra, usato per favorire la coagulazione nei pazienti emofilici, è prodotto da Chugai Pharmaceutical, mentre Enhertu, che trasporta la chemioterapia direttamente alle cellule tumorali del seno senza danneggiare quelle sane, è realizzato da Daiichi Sankyo. (riproduzione riservata)

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