Nel secondo semestre, le esportazioni italiane negli USA potrebbero diminuire del 7%. Vino, formaggi e prodotti a base di pomodoro sono i più vulnerabili
Il settore del Food&Beverage italiano mostra ancora segni di crescita: seguendo il record del 2024 (+9%, superando i 58 miliardi di euro), nel primo semestre del 2025 le esportazioni dei prodotti alimentari trasformati hanno registrato un ulteriore +6%. Nonostante questi numeri positivi, la mappa del commercio globale rivela una situazione più instabile, influenzata da dazi e fluttuazioni dei prezzi delle materie prime.
Questi dati emergono dall’Osservatorio Nomisma per Italia del Gusto, presentato durante l’IDG Export Meeting, l’evento annuale focalizzato sulle esportazioni agroalimentari italiane.
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È fondamentale considerare l’effetto dei prezzi sul valore delle esportazioni italiane. Ad esempio, l’anno scorso l’olio d’oliva ha visto un incremento del +43% in valore, nonostante un aumento di solo +6% in volume, una tendenza che nel primo semestre del 2025 ha coinvolto anche il caffè e il cioccolato, con significativi aumenti dei prezzi delle materie prime (+73% e +27%). Il rapporto indica una buona performance in termini di quantità per i settori lattiero-caseario, dei prodotti da forno e delle acque minerali; al contrario, vino, aceti e distillati hanno mostrato un calo.
L’export verso gli USA aumenta del 12%
Le vendite di prodotti agroalimentari in Polonia (+16%) e in Spagna (+13%) si sono distinte, mentre le importazioni negli Stati Uniti di prodotti italiani sono cresciute del 12% nella prima metà dell’anno, raggiungendo i 74,5 miliardi. L’Italia rimane il terzo principale fornitore degli USA (dopo Canada e Messico), con una quota di mercato del 6%.
I dazi hanno tuttavia un impatto: dopo un aumento pre-dazi del +14% nel primo trimestre, diverse categorie di prodotti hanno mostrato una decelerazione tra aprile e giugno. Ad esempio, le esportazioni di vino sono scese dal +17% al -10%, mentre i formaggi hanno oscillato dal +18% al -41%.
- Leggi anche: Vino, export negli USA cresciuto del 2,5% nel primo semestre. Incrementi notevoli anche in Canada e Germania
Gli impatti dei dazi
Con l’introduzione dei dazi del 15% da parte di Donald Trump, si prevede una riduzione del 7% nelle vendite di prodotti agroalimentari italiani negli USA.
Le stime di Nomisma indicano le maggiori perdite per i derivati del pomodoro (-13%), il vino (-10%), i formaggi (-9%), la pasta (-4%) e l’olio d’oliva (-3%). (riproduzione riservata)
- Leggi anche: Effetto dazi, l’impatto delle tariffe del 15% su prezzi e guadagni degli esportatori europei
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Giornalista esperto, Alessandro Bianchi guida il lettore nell’attualità italiana e internazionale con passione e precisione. Il suo approccio didattico rende l’informazione accessibile a tutti.