La manovra finanziaria di 16 miliardi produrrà un impatto espansivo dello 0,1% nel biennio 2027-28. La Corte dei conti, tuttavia, sottolinea che la solida situazione delle finanze pubbliche limita notevolmente le possibilità di intervento del governo. Il presidente del Cnel, Brunetta, elogia la cautela nella gestione dei conti pubblici che ha rassicurato i mercati e le agenzie di rating.
Il piano da 16 miliardi elaborato dal governo di Giorgia Meloni «non influenzerà significativamente il PIL» nel 2026. Tuttavia, sarà «finanziato quasi completamente in modo bilanciato (con un deficit di circa 1 miliardo), con il 60% delle risorse derivanti da tagli alla spesa e il resto da misure sul fronte delle entrate». A spiegarlo è Stefano Menghinello, direttore del dipartimento per le statistiche economiche, ambientali e conti nazionali, durante l’audizione sul Documento di programmazione finanziaria – pilastro della legge di Bilancio – alle commissioni Bilancio di Camera e Senato presso Palazzo Madama. Nel biennio 2027-28, l’effetto espansivo sul PIL sarà di un decimo di punto in entrambi gli anni», ha aggiunto l’Istat.
La Corte dei conti ha evidenziato che «la robusta tenuta delle finanze pubbliche restringe molto gli spazi per politiche espansive che il governo intende utilizzare per sostenere la domanda interna e i redditi della classe media tramite riduzioni fiscali, incentivi agli investimenti e alla protezione delle spese sanitarie nel tempo». Di conseguenza, l’esigenza di mantenere il controllo sui conti pubblici porta il governo a «selezionare con maggiore attenzione le iniziative da attuare».
Persiste un’alta incertezza sulla crescita
Quest’anno il Dpfp prevede un incremento acquisito dello 0,5%, «confermando le stime diffuse lo scorso agosto» dall’Istat. Tuttavia, per chiudere l’anno su questi livelli, «non basta una stagnazione congiunturale negli ultimi due trimestri, ma è necessario un aumento di almeno 0,2 punti percentuali nel prossimo semestre».
Nonostante alcuni rischi si siano ridotti, l’incertezza sulle prospettive di crescita rimane elevata. In particolare, l’Istat indica che «bisogna monitorare possibili ulteriori rialzi dei tassi tariffari bilaterali, la ripresa delle pressioni inflazionistiche, le preoccupazioni per la sostenibilità dei conti pubblici in vari paesi e l’evoluzione delle tensioni geopolitiche».
L’instabilità nei Paesi extra UE «pesa sull’economia italiana», come dimostra la bilancia commerciale italiana: «Le nostre esportazioni sono aumentate del 2,9% nei primi 7 mesi del 2025, mentre le importazioni sono cresciute più del 4,8%, generando un impatto negativo sulla crescita». Questo ha portato a un surplus commerciale con l’estero di 30,7 miliardi di euro nel periodo accumulato fino a luglio, in calo rispetto ai primi 7 mesi del 2024, quando era di 36 miliardi.
Inoltre, è importante considerare il fenomeno dell’invecchiamento dei lavoratori: all’interno delle aziende si osserva una piramide demografica inclinata verso i 50enni e si deve fare i conti con la scarsità di giovani, quindi il capitale umano deve essere gestito con cura e si deve puntare più sulla qualità che sulla quantità, ad esempio assumendo giovani con competenze digitali per aumentare la produttività.
Parallelamente, l’Istituto sottolinea che le prospettive di crescita «dipenderanno più strettamente dal miglioramento della domanda interna, sia nel consumo privato che negli investimenti, sia nel settore privato – anche per sfruttare le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale e supportare la produttività – sia nel settore pubblico, considerando l’avvicinarsi della scadenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cui impegno nell’attuazione del programma di investimenti e riforme rimane cruciale».
Brunetta: positiva la rigorosa disciplina di bilancio
Di fronte a questo «scenario complesso», il presidente del Cnel Renato Brunetta ha espresso approvazione per il fatto che il Dpfp sia stato redatto «all’insegna di una severa disciplina di bilancio, che ha già ottenuto un notevole riconoscimento da parte dei mercati finanziari e delle agenzie di rating». Allo stesso tempo, «una gestione stabile della politica di bilancio favorisce i consumi e gli investimenti di famiglie e imprese, offrendo un quadro normativo certo in materia fiscale e di incentivi, riducendo il costo dei finanziamenti a lungo termine», ha aggiunto Brunetta. Tuttavia, è fondamentale ricordare che «il rigore è essenziale, purché non ostacoli eccessivamente la crescita».
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Giornalista esperto, Alessandro Bianchi guida il lettore nell’attualità italiana e internazionale con passione e precisione. Il suo approccio didattico rende l’informazione accessibile a tutti.