Secondo uno studio di Teha group e A2A sulla sostenibilità, in Italia il calore generato da questi impianti potrebbe in futuro coprire il fabbisogno di 800 mila famiglie attraverso reti di teleriscaldamento
I data center rappresentano un cruciale punto di incontro tra la transizione digitale e quella ecologica, come dimostrano le previsioni di crescita che vedono l’Italia protagonista. Un’analisi condotta da Teha group per conto di A2A evidenzia come l’Italia stia emergendo come un centro strategico in Europa per i data center e come questo possa avere un impatto significativo sull’energia verde.
A Milano si trova il 46% della capacità installata totale dell’Italia, che ammonta a circa 238 megawatt. Questa cifra posiziona l’Italia tra i leader nel mercato emergente europeo, superando Madrid di 1,4 volte e Zurigo di 2,1 volte, e assume un’importanza ancora maggiore considerando che gli hub principali come Francoforte o Londra stanno raggiungendo la saturazione.
Il valore dell’economia dei dati in Italia
Attualmente, l’economia dei dati in Italia vale 60 miliardi, ma le proiezioni sono ottimistiche: se l’Italia raggiungesse livelli simili ai principali competitor europei, potrebbe valere circa 207 miliardi di euro entro il 2030. Questo presupposto dipende dalla capacità dell’energia nazionale di sostenere i livelli di consumo continui richiesti dai data center, operativi 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.
L’impatto sui consumi elettrici nazionali potrebbe crescere fino al 12,7% nel 2035, rispetto all’attuale 1,9%, se la potenza installata dei centri di intelligenza artificiale dovesse raggiungere i 4,6 gigawatt previsti per quell’anno.
Implicazioni dello scenario prospettato
In uno scenario di pieno sviluppo, il recupero del calore residuo attraverso le reti di teleriscaldamento potrebbe coprire il fabbisogno di 800 mila famiglie. L’idea è che l’energia elettrica utilizzata in un data center si trasforma in calore: i server e i sistemi di raffreddamento producono calore che, se recuperato e distribuito tramite reti di teleriscaldamento, può sostituire i combustibili tradizionali utilizzati per riscaldare abitazioni ed edifici.
Attualmente, l’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile sono particolarmente avanzati nei data center di grande dimensione, dove il pue (power usage effectiveness) indica un minor spreco di energia e una migliore gestione dei consumi, raggiungendo un valore di 1,44 (1,67 nei centri più piccoli).
Le cifre della crescita
Attraverso accordi per l’acquisto di energia da fonti rinnovabili, i data center potrebbero garantire circa il 74% del loro fabbisogno energetico con elettricità verde. Inoltre, il recupero dei raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) potrebbe generare un ritorno economico di 133 milioni di euro.
Lo sviluppo del settore potrebbe contribuire fino al 6,4% della crescita annua del PIL nazionale al 2035 nello scenario base, creando oltre 77 mila posti di lavoro. Nello scenario di massimo sviluppo, il contributo al PIL potrebbe salire fino al 15%, supportando oltre 150 mila persone.
I data center, pur essendo strutture ad alto consumo di energia, possono quindi trasformarsi da semplici consumatori a protagonisti attivi nella transizione ecologica, generando benefici a livello sistemico. (riproduzione riservata)
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