Azimut punta tutto sugli emergenti: le rivelazioni del presidente Pietro Giuliani!

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Il fondatore rivela i futuri piani di espansione della piattaforma internazionale del gruppo, unica nel suo genere nel Paese. Intanto, la nuova banca Tnb attende l’approvazione di Bankitalia con impazienza. Nel frattempo, i target price di borsa, aumentati da Akros e Mediobanca, hanno innalzato le quotazioni di Azimut a Piazza Affari

La strategia per la costituzione della nuova entità bancaria (denominata provvisoriamente Tnb, The Next Bank) è stata fruttuosa, con la cessione di circa metà della rete di consulenti finanziari e un previsto incasso di circa 1,2 miliardi di euro (oltre alla partecipazione che Azimut manterrà in Tnb). Tuttavia, a catalizzare l’attenzione su Azimut a Piazza Affari, che a luglio ha superato il limite critico dei 30 euro, è stato il cambio di rotta degli analisti finanziari. Dopo anni di valutazioni conservative sulle prospettive della società guidata da Pietro Giuliani, sono stati rivisti i multipli e proposti target price più elevati: Akros lo ha portato a 38 euro e Mediobanca a 40, valutando la piattaforma globale del gruppo circa 51 euro per azione. Questo ha infuso una rinnovata fiducia tra mercato e investitori, riflettendosi in un’immediata impennata delle quotazioni.

Pietro Giuliani: «Ecco i prossimi obiettivi dell’espansione»

Dopo aver celebrato una raccolta netta di 15,3 miliardi da inizio anno, posizionando Azimut al vertice, Giuliani ha ripreso a pianificare le future mosse del gruppo nei mesi a venire, con attenzione sia al mercato italiano sia a quello internazionale, da cui ormai proviene circa la metà dei 123 miliardi di asset gestiti (cifra destinata a crescere con l’aggiunta di oltre 16 miliardi di dollari dall’acquisizione di Nsi negli USA). Riguardo alla banca, in cui Azimut deterrà una quota del 20%, «siamo pronti a partire, manca solo il via libera delle autorità di controllo», commenta il fondatore del gruppo.

L’approvazione da parte della Banca d’Italia è condizione necessaria per presentare il nuovo piano industriale quinquennale del gruppo. «In attesa che Tnb diventi operativa, ci troviamo in una fase di stallo costosa in termini di spese, che non possono essere compensate dai ricavi che l’attività bancaria dovrebbe generare», continua Giuliani. «I primi contatti con la Banca d’Italia risalgono a inizio anno. Prima di annunciare l’operazione a marzo 2024, ho personalmente presentato il progetto a Roma, in Banca d’Italia, e da allora abbiamo avviato le procedure autorizzative, mantenendo un dialogo costante e costruttivo. Speriamo quindi di ottenere l’approvazione entro fine anno. Ciò eviterebbe inattività per i colleghi di Tnb e per gli oltre 900 consulenti finanziari coinvolti da oltre un anno e mezzo, riconoscendo così la loro scelta».

Domanda. Oltre alla situazione in Italia, quali sono i piani per l’espansione all’estero?

Risposta. Stiamo per aggiungere un altro pezzo al mosaico in America Latina, dove siamo già attivi in Cile, Brasile e Messico. Ci apprestiamo a finalizzare l’acquisto di una società di gestione del risparmio in uno di questi Paesi. Inoltre, stiamo esplorando l’avvio di operazioni in un nuovo Paese asiatico, anche se i tempi saranno probabilmente più lunghi, ma comunque entro la fine del 2026.

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D. La presenza internazionale di Azimut sta diventando una delle più estese nel panorama finanziario italiano. Potrebbe questo rendervi un target attraente sia per gruppi bancari internazionali sia per alcuni nazionali?

R. La nostra dimensione può essere vantaggiosa per grandi gruppi forti a livello nazionale ma meno sviluppati all’estero. Tuttavia, osservo che anche i recenti movimenti nel risiko bancario sono stati spesso troppo concentrati sul mercato italiano, evidenziando le limitazioni strutturali del sistema Paese. Di conseguenza, non prevedo iniziative di ampio respiro. D’altra parte, Azimut ha dimostrato di saper navigare bene autonomamente, e forse è preferibile continuare su questa strada.

D. Alcuni osservatori hanno interpretato la vendita di metà della rete di vendita italiana come un segno di disimpegno. È così?

D. In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando il lavoro del consulente finanziario?

R. La sua progressiva adozione consente di integrare le competenze gestionali del gruppo con una pianificazione finanziaria più personalizzata per il cliente. Abbiamo sintetizzato questo approccio nel Next Generation Advisory, un servizio di consulenza avanzata che permette al consulente di diventare un punto di riferimento per tutte le decisioni economiche dell’individuo nel corso della sua vita.

D. Come stanno procedendo le numerose iniziative che Azimut ha lanciato nei mercati privati?

R. Siamo stati pionieri in questo settore, anticipando di oltre due anni le tendenze seguite successivamente negli USA. Siamo leader in Italia e abbiamo partner di spicco come Electa, con cui abbiamo creato un ecosistema di investimento innovativo che supporta la crescita e l’aggregazione di aziende italiane, rafforzando filiere e distretti capaci di competere a livello internazionale pur mantenendo una governance italiana. In generale, con Ali sgr, P101 sgr, Liftt, Azimut Direct e Mamacrowd, la risposta dei clienti alle soluzioni che investono nell’economia reale è stata molto positiva: l’ultima iniziativa in corso riguarda la raccolta di impegni per investire in una realtà italiana del settore space tech, un club deal da 110 milioni completato in sole due settimane.

D. Tornando alla performance dell’azione, il livello attuale la soddisfa?

R. Ritengo che sia ancora sottovalutata e ribadisco il vecchio concetto di 50 euro come valore adeguato: del resto, basterebbe applicare ad Azimut un multiplo simile a quello riconosciuto ai concorrenti europei e italiani del settore. In ogni caso, anche ai livelli attuali, chi avesse acquistato l’azione alla sua quotazione di 21 anni fa avrebbe oggi moltiplicato il proprio investimento più di 21 volte e, reinvestendo i dividendi, 100 euro sarebbero diventati 2.100 euro. Siamo al secondo posto nell’indice Ftse Mib italiano e puntiamo a diventare i primi. (riproduzione riservata)

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    • Leggi anche: Azimut profondamente sottovalutata: ecco perché vale il 40% in più. Il report di Mediobanca





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