Scopri l’asset strategico cruciale per le imprese edili: Non è quello che pensi!

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Le aziende del settore edilizio che vedono la conformità normativa come un intralcio alla produttività stanno facendo un errore di valutazione. È sorprendente notare come molte di esse non colgano ancora le opportunità offerte dalla digitalizzazione, nonostante i passi avanti del settore pubblico.


Nel panorama delle costruzioni in Italia, la conformità alle normative non è più un semplice onere burocratico, ma una necessità vitale per assicurare la sicurezza delle operazioni, proteggere la reputazione aziendale e garantire la continuità delle attività. Le imprese che ancora la considerano un impedimento alla produttività stanno compiendo un grave errore strategico.

La sicurezza non è un optional: 43.000 segnalazioni di infortuni nel 2023

Il pericolo di subire sanzioni economiche, di essere esclusi dagli appalti pubblici o di incorrere in responsabilità penali è sempre più tangibile, come dimostrano i dati. In base alle statistiche dell’Inail, nel 2023, il settore delle costruzioni ha visto oltre 43.000 segnalazioni di infortuni, rimanendo uno dei settori più a rischio. Nonostante un leggero calo rispetto all’anno precedente (-2,6%), i numeri restano preoccupanti.

Per rafforzare gli standard di sicurezza, è stata introdotta la «patente a punti» per i cantieri, che sarà obbligatoria da novembre 2024. Le sanzioni per mancata adesione possono raggiungere il 10% del valore dell’appalto, con una soglia minima di 6.000 euro. Anche sul fronte ambientale, le normative sono severe e la non conformità non è più accettabile: il Testo Unico Ambientale stabilisce multe fino a 52.000 euro, oltre a pene detentive, per violazioni come scarichi non autorizzati o la gestione inappropriata dei rifiuti.

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La digitalizzazione rappresenta un’occasione: le aziende italiane non la stanno sfruttando a dovere

Di fronte a questi rischi, è sorprendente vedere come molte aziende del settore sottovalutino ancora le opportunità della digitalizzazione. Secondo gli indici Desi previsti per il 2025, l’Italia rimane indietro nella trasformazione digitale rispetto alla media europea, con le PMI che occupano il 17° posto tra i Paesi dell’UE. Questo ritardo ha riflessi anche nella gestione della conformità, ancora troppo spesso affidata a processi manuali e disorganici.

Tuttavia, dal settore pubblico emergono segnali di cambiamento

Il panorama italiano mostra segnali incoraggianti di evoluzione: dalla digitalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promossa dall’Agenzia del Demanio, all’avvio del progetto sperimentale Reg4IA, risultato della collaborazione tra governo, regioni e province autonome.

Questi ambiziosi e complessi obiettivi non possono essere raggiunti dall’oggi al domani, ma devono essere il risultato di un percorso graduale. La semplificazione dei processi giornalieri, come la gestione documentale, la condivisione delle informazioni in cloud o la tracciabilità delle comunicazioni di cantiere attraverso piattaforme dedicate, rappresenta già un importante passo avanti.

*responsabile regionale Italia PlanRadar

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