Crisi dei Prezzi: 1 Famiglia su 3 Riduce il Cibo, la Spesa degli Italiani da Nord a Sud

Nel corso del 2024, la spesa media mensile per consumi delle famiglie in Italia si mantiene a 2.755 euro, mostrando un lieve aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Nonostante la spesa per l’alimentazione rimanga stabile, quasi un terzo delle famiglie ha diminuito quantità o qualità degli alimenti comprati (31,1%).

Una situazione di inflazione che colpisce in particolare oli e grassi (+11,7%) e frutta (+2,7%) come le principali voci di spesa crescenti, secondo l’ultimo rapporto dell’Istat. La spesa varia notevolmente a seconda del territorio, della composizione familiare e della condizione socio-economica.

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Divario significativo: nel Nord-est si spende 800 euro in più rispetto al Sud

Le disparità regionali sono pronunciate. Nel Nord-est, le famiglie hanno una spesa media di 3.032 euro mensili, che è di 834 euro superiore rispetto al Sud e di 711 euro in più rispetto alle Isole. Tra le regioni, Trentino-Alto Adige e Lombardia registrano le spese più elevate (3.584 e 3.162 euro), mentre Calabria e Puglia si trovano agli ultimi posti con rispettivamente 2.075 e 2.000 euro al mese.

Questo divario, insieme ai differenziali salariali, influisce sulla composizione della spesa. Nel Sud e nelle Isole, con redditi più bassi, la percentuale di spesa per beni primari come cibo e bevande è del 25,4% nel Sud e del 23,5% nelle Isole, a fronte del 17,4% nel Nord-est. Di fatto, nel Mezzogiorno una grande parte del budget familiare è destinata alla spesa quotidiana, mentre al Nord si riscontrano maggiori spese per ristorazione, trasporti, tempo libero e cultura.

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Grandi città e piccoli centri

La dimensione urbana ha un impatto significativo sulla spesa. Nei comuni centrali delle aree metropolitane si registrano spese medie di 2.999 euro, nelle periferie di 2.822 euro, mentre nei comuni più piccoli (fino a 50 mila abitanti) la spesa cala a 2.638 euro, circa il 12% in meno. Chi risiede nei piccoli centri ha quindi minori possibilità di spendere in beni e servizi non essenziali, accentuando le differenze tra grandi città e piccoli paesi. Vi è anche una distinzione basata sulla nazionalità: l’Istat evidenzia che le famiglie composte interamente da italiani spendono quasi un terzo in più (+31,8%) rispetto a quelle con componenti stranieri.

Per quanto riguarda i consumi non alimentari, la spesa media mensile è di 2.222 euro (80,7% del totale). È in aumento la spesa per ristorazione e alloggio (+4,1%), soprattutto nel Centro (+7,2%), segnale di una graduale normalizzazione post-pandemica. Diminuisce invece la spesa per informazione e comunicazione (-2,3%). Nel Nord-est si osserva anche un incremento della spesa per istruzione (+16,9%, 21 euro mensili), mentre nel Nord si investe più in trasporti e attività culturali, evidenziando come le opportunità vari significativamente a seconda della regione. (riproduzione riservata)