L’impegno degli agricoltori per l’ambiente: l’intervento del presidente Giansanti sul Corriere della Sera

Oggi sul Corriere della Sera la lettera del presidente di Confagricoltura Giansanti al direttore del quotidiano che prende spunto dalla riflessione del vicedirettore generale della FAO, Maurizio Martina, pubblicata nei giorni scorsi. Giansanti sottolinea come l’agricoltura, nel dibattito sulla transizione ecologica, sia spesso sul banco degli imputati, sebbene gli agricoltori siano invece in prima linea per mettere le loro produzioni al riparo dai danni causati dai cambiamenti climatici. Il presidente di Confagricoltura, ricordando come nel dibattito pubblico si tenda ancora a contrapporre la sostenibilità ambientale con quella economica, ribadisce che percorrere una strada fatta di divieti e tagli che mettono a rischio il potenziale produttivo delle aziende rappresenta un grave rischio, che porterebbe al fallimento di molte imprese agricole. Giansanti sottolinea che il periodo storico che stiamo vivendo è senza precedenti e che i cambiamenti climatici, il conflitto in Ucraina, l’aumento smisurato dei costi energetici di produzione rischiano di innescare una crisi alimentare gravissima.

“Le attuali politiche agricole sono insufficienti – aggiunge – e quelle che devono ancora entrare in vigore sono già datate.”

Il presidente di Confagricoltura ribadisce che gli agricoltori sono consapevoli dell’impegno che viene loro richiesto: produrre di più, con un uso razionale delle risorse. “La produzione agricola globale media – precisa – dovrà aumentare del 28% nel prossimo decennio per raggiungere l’obiettivo Fame Zero”.

Infine il presidente di Confagricoltura fa un appello al Governo perché si torni a pianificare e perché si ripensi il modello agricolo con una strategia pluriennale che aumenti la produttività e la competitività dell’agricoltura italiana nel rispetto delle risorse naturali. “Abbiamo un grande bisogno di vere politiche economiche – conclude – pensate per la crescita dell’agricoltura e del Paese, consapevoli che senza un’agricoltura solida, competitiva e sostenibile non potrà esserci una vera svolta climatica”.