Clima e Biodiversità: Il 38% dei Leader Mondiali è in Europa!

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L’Europa si posiziona in testa nell’ambito della finanza sostenibile, rappresentando il 38% degli asset manager considerati pionieri sia nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici sia nelle iniziative per la conservazione della biodiversità. Al contrario, il 13% dei gestori di investimenti mostra scarsi risultati in termini di criteri ESG, con una significativa concentrazione di questi ultimi negli Stati Uniti. La quarta edizione dell’indagine “Sustainable asset management survey” realizzata da Prometeia evidenzia una discrepanza tra Stati Uniti ed Europa, inserendosi in un contesto globale dove le politiche per il clima e la biodiversità stanno guadagnando sempre più terreno.

L’indagine annuale di Prometeia ha coinvolto circa 50 asset manager internazionali, che insieme gestiscono un patrimonio di 26mila miliardi di euro. Tra i vari argomenti trattati quest’anno, spicca l’incorporazione della biodiversità nelle strategie d’investimento, attraverso l’adozione di metriche specifiche, obiettivi o politiche pubbliche, e il confronto con temi più consolidati come il cambiamento climatico.

Progressi nel settore climatico

Innanzitutto, una notizia positiva: il cambiamento climatico è ormai universalmente accettato come una questione cruciale nel settore del risparmio gestito. E la biodiversità? È un campo ancora in fase di sviluppo, ma sta avanzando rapidamente, segnale che il settore ha iniziato a trarre insegnamenti da altre questioni ESG. Analizzando i dati dell’indagine, si scopre che il 98% dei partecipanti ha integrato i rischi e le opportunità legati al cambiamento climatico nelle proprie strategie di investimento, e l’83% ha iniziato a occuparsi anche di biodiversità. Inoltre, l’87% ha già definito metriche e obiettivi per il clima, mentre il 72% ha adottato politiche ufficiali a riguardo; tuttavia, solo il 47% ha fatto lo stesso per la biodiversità.

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Le tre aree di intervento

Claudio Bocci, senior partner di Prometeia e responsabile della divisione Asset Management, spiega che l’approccio dei gestori ai temi del cambiamento climatico e della biodiversità si sviluppa su tre livelli distinti: «Inizia con l’incorporazione di queste tematiche nei processi aziendali, per esempio attraverso programmi di monitoraggio del consumo di acqua, della gestione dei rifiuti, dell’utilizzo della forza lavoro e di altri fattori rilevanti».

Il secondo livello, aggiunge il responsabile, consiste nel valutare e integrare le metriche di rischio, «portando a un’evoluzione degli investimenti che considera sempre più questi importanti aspetti».

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