“Mucche, sole e fantasia. L’energia del futuro è qui”. Tre imprenditrici di Confagricoltura raccontano le loro storie a Io Donna

I loro campi producono mais e frumento, i loro animali carne, latte e formaggi. Ma gli uni e gli altri producono anche energia pulita e a km O. E la sfida delle rinnovabili, colta da alcune imprenditrici agricole che sui loro terreni e sui tetti delle loro stalle hanno installato impianti per la produzione di centinaia di Kilowatt all’ora: da utilizzare per l’azienda stessa ma soprattutto da vendere e mettere in rete. “Le donne sono le più attente alla sostenibilità perché sono multifunzionali nel Dna” assicura Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, intervistata dalla giornalista Erika Riggi di “Io DONNA”. “Non temono di fare innovazione – sottolinea – in fondo sono abituate a programmare e a prendersi cura del presente guardando al futuro. Lo fanno per i loro campi come potrebbero farlo per i loro figli”. In base ai dati Istat (che ha promosso il Premio “Donne e sostenibilità”), sono particolarmente abili a diversificare, e per questo sono presenti anche in attività connesse alla produzione agricola, dall’agriturismo e alle fattorie didattiche. Laureate per i due terzi, molte under 35, sono in Italia il 32 per cento del totale degli imprenditori agricoli, più numerose che nel resto della Ue (la media è del 27 per cento). Spirito imprenditoriale e sì, anche una buona dose di immaginazione: quanto basta per costruire alternative alle attività tradizionali e accettare la sfida delle rinnovabili.

Redditività, ecologia e sguardo al futuro sono le ragioni che hanno portato Francesca Picasso, 44 anni, una laurea in Scienze e tecnologie agrarie e forestali e due figli adolescenti, a investire, per la sua azienda di San Daniele Po (Cremona), su un impianto di biogas che produce energia a partire da cereali. “Con la mia famiglia ho compiuto questa scelta, all’inizio davvero molto onerosa, nel 2011”, racconta Picasso. “E’ stato un investimento a sei zeri, ma con il supporto di Sebigas, la società che ha realizzato il nostro impianto, e agli incentivi statali del Gse (Gestore dei servizi energetici) abbiamo potuto mettere l’energia in rete a prezzi convenienti”. L’impianto, alimentato con circa 45 tonnellate di cereali insilati al giorno, produce 999kWh a ciclo continuo (consideriamo che una famiglia tipo consuma circa 2.700 kWh all’anno). “Tanti criticano questo tipo di impianti che funzionano utilizzando prodotti agricoli” ammette Picasso. “Ma io faticavo a vendere i miei cereali come tali mentre l’energia che grazie a loro produco è una risorsa inestimabile, che non solo garantisce l’autonomia energetica alla mia azienda ma, in qualche misura, può contribuire all’indipendenza del nostro Paese”.

Paola Butali, umbra, classe ’57, una laurea in Storia dell’arte, due figli, è titolare dell’azienda agricola e agrituristica La Cerreta di Castiglione del Lago (Perugia). Sul tetto della stalla che ospita 330 mucche da latte di razza Frisona, alimentate con foraggi coltivati in azienda, c’è un impianto fotovoltaico mentre un biodigestore viene alimentato, oltre che con cereali insilati provenienti da colture locali secondarie, con il loro letame e con quello di un allevamento suino della fattoria vicina. Non solo questi scarti evitano così di inquinare le falde acquifere, ma vengono utilizzati per produrre energia. Inoltre, gli impianti consentono di ridurre di 25 volte la CO2 emessa naturalmente dai reflui. “All’inizio ci siamo assunti il rischio, come tutti gli imprenditori sono abituati a fare. Ma venivamo accusati di inquinare, mentre è esattamente il contrario”, precisa Butali. Quattromila olivi biologici, vigneti, due ville per accogliere chi vuole fermarsi, la Cerreta ospita anche una serie di opere d’arte, che Butali, da esperta, sceglie personalmente perché siano integrate con il paesaggio. Tra cultura e natura.

Emanuela Morello, 55 anni, imprenditrice siciliana, anche lei alleva mucche nelle due aziende – ereditate dalla mamma, a distanza di 70 km l’una dall’altra, una nella zona tra Corleone e Campofiorito, l’altra tra Alia e Vicari (sempre in provincia di Palermo) – innovazione e sostenibilità sono i principi cardine, vissuti nella quotidianità e raccontati ai ragazzi delle scuole che vengono in visita “Grazie alla fattoria didattica prepariamo il futuro, educhiamo praticamente al rispetto dell’ambiente” spiega. Crede nel suo territorio e nel valore della sua impresa: “Abbiamo messo l’impianto fotovoltaico sul tetto di stalle e fienile innanzitutto per bonificarli perché erano in eternit”. L’azienda consuma 10 kWh dell’impianto da 110 kWh: il resto viene venduto. I pannelli portano così vantaggi economici, dando anche la possibilità di partecipare al benessere collettivo.

Laureata in agraria, dopo quattro anni di lavoro a Telespazio, società leader nel campo dei servizi satellitari, Morello ha deciso di tornare… sulla terra e di dedicarsi completamente alla gestione dell’azienda familiare. Riqualifica gli oliveti eliminando l’uso di additivi chimici, indirizza la produzione di cereali verso una filiera corta, prova a migliorare la filiera della zootecnia dell’isola selezionando una razza da carne italiana. Da poco, ha aperto anche un piccolo b&b: “Solo 12 posti letto, e cucino io”.